Origini e nome
Le origini di Alezio ed il suo nome sono fatti risalire ai Messapi ed al loro condottiero Lizio Idomeneo, mitico re di Creta. Biennio post Troia capta quando cum sui cretensium lapigiam obsedit. Cacciato dalla sua isola, approdò coi suoi soldati nel Salento, verso il 915 a.C..
Secondo altri studi Alezio è nata dai Messapi, che, per ricordare la madrepatria, la chiamarono Alytia, come la capitale della Acarnania (in Grecia). In epoca romane assunse il nome di Aletium.
La storia/cronologia:
Messapi: dal IX secolo a. C.
Romani: dal 266 a.C.
Bizantini: 540
Normanni: 1059
Svevi: 1154
Angioini: 1268-1442
Dalle testimonianze archeologiche si sa che nei secoli IV e III a.C. Alezio ebbe un particolare sviluppo grazie ai commerci con le colonie greche attraverso il porto di Gallipoli. Nel 266 a.C. l’intero Salento entrò a far parte dell’impero romano.La guerra greco-gotica 535-553 segnò l’età più buia del medioevo pugliese e terminò con l’affermazione del potere bizantino su tutto il territorio, che operò una vera colonizzazione ed è a questo periodo che risalgono gli insediamenti Basiliani.
Nella prima metà del sec. XI i Normanni sconfissero i Bizantini ed i loro alleati Pugliesi nel 1041. Nel 1071 ci fu la caduta delle ultime città ribelli, tra cui Brindisi e forse Gallipoli e nel 1130 con l’incoronazione di Ruggero II (1130-1154) nacque il regno Normanno di Sicilia e di Puglia.
Dopo il XIV secolo iniziò una fase di graduale decadimento e di abbandono che si protrasse per secoli; nel 1742 contava solo 200 abitanti ed aveva perduto persino il suo nome: il piccolo borgo era chiamato Villapicciotti. Il paese rinacque dopo il 1715, datta in cui Carlantonio Coppola concesse ad alcuni contadini alcuni appezzamenti di terreno, per fabbricarvi della case coloniche, seguito da altri proprietari. Nel 1854 il borgo gallipolino Villapicciotti divenne comune autonomo, prendendo il nome poi di Alezio nel 1873. Divenuto successivamente centro di villeggiatura per nobili ed ecclesiastici, la sua popolazione tornò a crescere fino alla dimensione attuale.
A cura di Rocco Merenda